Aspirante: — Domenica ad un certo momento, mi sono trovato in un punto d’osservazione ben preciso in grado di assistere interamente alla mia vita. Sensi acuiti, soprattutto vista e udito, presenza totale e “affaccio diretto” sulla mente. Io fermo e tutto il resto che apparentemente viaggiava a velocità straordinaria ma sotto mia totale osservazione. Ovviamente ho condotto la mia esistenza in maniera assolutamente normale: ho guidato, interagito con altre persone, sorriso dei pensieri che potevo vedere distintamente e quant’altro. Commento di Marco Mineo: Questa è la fase precedente al Samadhi, o fusione nel Testimone, paragonabile al sogno lucido. Non ci sono cose osservate separate, l’osservazione è completa, in termini psicologici l’inconscio diventa conscio. Questo è il massimo che si può…
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Comunicate! Ci sono persone nella vostra vita con cui non vorreste comunicare? State negando voi stessi Ci sono argomenti di cui non vorreste parlare? State negando voi stessi. In realtá, che ce ne accorgiamo o meno, tutto e tutti sono in continua comunicazione e interdipendenza. Rifiutare questa realtà è vivere seguendo le istanze separatiste dell’ego. Un’ego ferito e che ferisce. Solo quando la comunicazione non è più un problema, quando cessa la tensione tra comunicare o non comunicare, l’attenzione può essere libera di dimorare nel Silenzio come Silenzio. Marco Mineo
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Rimprovero dopo rimprovero fin da bambini accade di esserci abituati a reprimerci. Questa repressione da esterna diventa repressione dell’energia vitale interna, ed essendo la comunicazione energia, col tempo viene inibita. La comunicazione è apertura, per cui inibendosi non ci permette di mostrarci liberamente per come siamo…e a non vedere la realtà per come è. …Questo è ció che potrebbe sperimentare la persona, ma che è testimoniato impersonalmente dalla consapevolezza. Per cui per pura consapevolezza non si intende un qualche stato di coscienza particolare o un concetto astratto, è proprio il tuo essere attualmente consapevole, a non essere limitato al corpo. Ciò che legge queste righe è la mente, ciò che sa di stare leggendo è qualcosa di più. Questa associazione…
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Tutta la nostra sofferenza deriva dal sentirci un corpo, condividendone così il destino. Ci hanno amato e odiato come corpo e l’attenzione è rimasta fissata lì, sull’essere un individuo. Dobiamo andare all’origine di queste impressioni autolimitanti, farcene attraversare senza paura e vedere che sono NIENTE! In ogni momento possiamo riconoscerci come pura consapevolezza. Marco Mineo
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C’è sempre un piano di quiete sempre disponibile dove dimorare. Il fatto è che lì non c’è esperienza e per la mente questo significa noia. La dipendenza dall’esperienza è una dipendenza della mente, non nostra. Quando attraverso la pratica e per grazia scopriamo che ciò che ci rende felici è la quiete e non l’esperienza, a poco a poco si scioglie la dipendenza e l’attenzione andrà naturalmente su questo piano di quiete. Marco Mineo
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Allieva: — Portare l’attenzione al senso di essere mi sembra troppo teorico. E non mi riesce la meditazione senza oggetto. Marco Mineo: — Considera tutto ciò che si presenta il tuo oggetto di meditazione. Prova con me questa pratica: Osserva… Non qualcosa in particolare, semplicemente Osserva. Osserva senza scelta, senza separare interno ed esterno. Appena ti accorgi che l’osservazione sembra ‘precipitare’ in qualcosa di particolare torna all’osservazione totale e senza scelta. Nota che questa osservazione è continua, senza inizio, ed è presente da sé senza sforzo, mentre ciò che vi appare è temporaneo. Abbandona tutto a questa osservazione, sii questa osservazione. Allieva: — Grazie…
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Marco: — Porta l’attenzione al senso di Essere. Allieva: — Perché? M: — Perché essere è beatitudine. A: — Ma essere non basta… M: — Il sentire “essere non basta”, come lo senti concretamente? A: — Un senso fisico di mancanza, e pensieri. M: — Che tipo di pensieri? A: — Pensieri di momenti in cui mi è mancato qualcosa. M: — Senti “mi è mancato qualcosa”, com’è? A. (dopo un po’): — Un senso fisico di essere questo (indicando il proprio corpo). M: — Sentire di essere questo, un io limitato, è per forza senso di mancanza. Ma da dove viene questo sentire? È originario o si è aggiunto dopo? C’è sempre, anche nel sonno? È sempre uguale? A:…
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Allieva: – Stamattina mentre svolgevo delle attività quotidiane mi sono sentita leggera, le persone che incontravo mi sembravano bellissime, e tutto scorreva come se io fossi parte di un film. Marco: – Benissimo! Questo significa che per un pò sei stata libera dall’ipnosi di essere colei che fa. Il senso di essere l’agente è l’origine del 100% del nostro stress. Lo dimostra il fatto che nonostante stai vivendo un periodo molto intenso e pieno di attività puoi avere dei momenti, che con la pratica si approfondiranno, di completa leggerezza. Allieva: – Durante il clearing di oggi in alcuni momenti mi sono sentita cadere in un vuoto, o meglio, in qualcosa di Immenso. Marco: – Bene, contatta questo senso di Immensità,…
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Siete consapevoli di oggetti, e tutto ciò di cui siete consapevoli è per definizione “oggetto”. Ora, da questo punto in poi si tratta di Autoindagine: ciò di cui siete consapevoli comprende la percezione del corpo e della mente, della persona che agisce e che pensate di essere, per cui è oggetto anch’essa. L’Io, il soggetto ultimo, non può essere limitato dal corpo-mente, qualcosa di percepito. Questo deve ricordarci che per essere consapevoli di qualcosa dobbiamo essere consapevoli, ma non viceversa. L’Osservatore ultimo (ciò che “osserva l’osservare”) non dipende da ció che osserva, dalla persona, e nemmeno dall’osservare stesso, a meno che non ci si fermi ad una di queste identificazioni, che generano una qualche forma di resistenza alla beatitudine naturale…
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Non fare uscire la mente dal silenzio del cuore Come? Non considerando i pensieri come ‘mio’ o ‘me’. Inevitabilmente resti in te stesso come pura chiarezza e silenzio! Semplicemente devi perdere il vizio di considerare i pensieri come se fossero figli tuoi. Marco Mineo